In prima linea, tra le categorie che in queste settimane stanno lavorando senza sosta per fronteggiare l’infezione da Covid-19, non vanno assolutamente dimenticate le associazioni di Protezione Civile. Una di queste, sul nostro territorio, è rappresentata dall’Arnica di Berzo Demo, che fin dallo scoppiare della diffusione del virus anche in Vallecamonica si è messa in moto ed al servizio della comunità non solo del proprio Comune ma di tutto il territorio.
“Il lavoro di Arnica si è trasformato subito dopo l’ondata di contagio ha cominciato a lambire anche la nostra Provincia”, ci ha raccontato Manolo Bosio, presidente dell’Associazione attiva, oltre che per la Protezione Civile anche per l’antincendio boschivo ed il soccorso sanitario.
Come vi siete mossi?
“Vedendo l’impennata di contagi in Valle, in collaborazione con Areu e sentita anche Camunia Soccorso abbiamo deciso di attivare un’ambulanza che durante tutta la settimana, H24, supporta il lavoro delle ambulanze già presenti. Questo perché i viaggi stavano diventando lunghi, in quanto siamo dirottati anche su altri centri, a Bergamo, Brescia e Sondrio, a causa dell’elevato numero di accessi ad Esine”.
In particolare, come Protezione Civile, di cosa vi state occupando?
“La Protezione Civile è stata attivata tramite l’apertura del Centro Operativo Comunale da parte del sindaco di Berzo Demo; noi ci occupiamo di distribuire medicinali e la spesa a chi ne fa richiesta con i canali ufficiali del Comune. Il servizio di Protezione Civile viene effettuato sul territorio di Berzo Demo, per il sanitario non esiste più in questa fase una competenza vera e propria: andiamo dove ci chiamano, anche in posti piuttosto lontani”.
Oltre a dover stare a casa, mantenere la distanza di un metro con le altre persone, lavarsi spesso le mani e tutte le altre misure che ormai conosciamo bene, Arnica cos’altro chiede ai camuni?
“Una delle raccomandazioni che facciamo è sull’antincendio boschivo, sul non accendere i fuochi di ripulitura, quelli che sono accesi per pulire un appezzamento o un pezzo di bosco. In primis perché siamo entrati in una fase di massima allerta, come decretato dalla Regione, e quindi i fuochi sono vietati. Inoltre, se parte un incendio siamo doppiamente in difficoltà: i volontari ora sono impegnati contro il virus e nell’assistenza per la popolazione; la preghiera che tutti i gruppi stanno facendo è proprio quella di evitare di accendere fuochi per non metterci in difficoltà”.
La situazione straordinaria che stiamo vivendo ha costretto anche la vostra Associazione a doversi riorganizzare…
“I volontari stanno lavorando davvero tanto, mi ha commosso la loro risposta alla chiamata per l’apertura dell’ambulanza durante la settimana e per la distribuzione dei pasti. Tra chi fa acquisti e distribuisce, sono impegnati sette/otto ragazzi; a questo si aggiungono i viaggi secondari di trasporto di persone che dall’ospedale sono mandate a casa anche se ancora in fase di guarigione”.
E con i costi come fate?
“Abbiamo avuto delle spese straordinarie da affrontare, sia per materiale come mascherine, tute e guanti, ma anche per una macchina dal costo di 3.500 euro che sanifica i veicoli che utilizziamo emettendo vapore e disinfettante. Abbiamo avuto molte manifestazione di sostegno, anche economico”.
L’Arnica aveva avviato tempo fa una raccolta fondi per acquistare una nuova ambulanza, raccolta che ora è finalizzata all’acquisto dei materiali (come tute e mascherine) che servono in questo periodo (qui sopra trovate le coordinate per effettuare una donazione). “Ringrazio tutti coloro che ci stanno aiutando, in ogni modo”, ci dice Bosio, “ma anche al mio Consiglio direttivo, che si è trasformato da un organismo che gestiva il proprio settore in modo ordinario ad un’organizzazione di coordinamento e centrale acquisiti. Senza questi ragazzi sarei veramente in difficoltà”.
Infine, il presidente vuole fare un ulteriore ma doveroso ringraziamento: “Vorrei mandare un abbraccio anche a tutto il personale medico-infermieristico e di supporto degli ospedali di Esine e di Edolo. Chi, purtroppo, ha avuto modo di accedervi, capisce in che condizioni stanno lavorando questi uomini e queste donne: uno stress che difficilmente è comprensibile a chi non ha modo di entrare in queste zone. Grazie da parte di Arnica e dei suoi volontari”.